Porto Selvaggio: le meraviglie di questo angolo di Salento

Vuoi trascorrere le tue vacanze in un luogo capace di conquistarti fin dal primo sguardo e con un’atmosfera così accogliente da farti sentire a casa? Porto Selvaggio è la meta che fa per te, in quanto ricca di suggestive attrazioni tutte da scoprire, grazie alle quali è conosciuta come l’oasi più bella del Salento.

Dove si trova Porto Selvaggio

Porto Selvaggio si trova nella parte più meridionale del Salento ed è particolarmente apprezzato dai visitatori per la sua tranquillità.

Al fine di goderti appieno quest’ultima, ti consiglio di prenotare un soggiorno nei periodi di bassa stagione, ossia nei mesi di maggio, giugno e fine settembre.

Parco Naturale Regionale di Porto Selvaggio

Situato nel comune di Nardò, ti offrirà l’opportunità di immergerti in un’area verde di ben 432 ettari, di cui 268 di pineta, dove sarà un vero piacere passeggiare e staccare la spina dalla routine quotidiana.

Gli alberi furono piantati negli anni ’50 grazie ad alcuni contributi economici statali.
Ma non è tutto, poiché all’interno della riserva naturale sono presenti sia la Baia di Porto Selvaggio, la cui spiaggia è caratterizzata da scogli e piccoli sassi, sia la Palude del Capitano.

Quest’ultima non è altro che un punto di incontro tra acqua salata e dolce, dal quale ha avuto origine uno specchio d’acqua abitato da anguille e incorniciato da una fitta boscaglia.
Un’antica leggenda narra che un marinaio decise di costruire una casetta proprio vicino alla palude, poiché stanco della vita di mare; questa casetta esiste realmente e viene appunto chiamata Casa del Capitano.

Sebbene oggi non è altro che un rudere, conserva ancora un certo fascino.

Un altro luogo altrettanto meraviglioso è la Baia di Uluzzo situata in direzione Porto Cesareo.
In questo caso devi però ricordarti di indossare delle calzature da trekking, in quanto il sentiero da percorrere è alquanto impervio, ma fidati che tutta la tua fatica sarà ben ripagata, a partire dal panorama sul mare a dir poco mozzafiato.

Per arrivare al Parco Naturale di Porto Selvaggio, puoi parcheggiare l’auto nell’unico posteggio disponibile, il cui costo è di un euro l’ora e di tre ore per tutta la giornata, altrimenti puoi prendere il bus 104 che parte da Lecce, Porto Cesareo e Gallipoli.

Non lontano da Porto Selvaggio, sorgono alcuni residence con piscina più belli di tutto il Salento, o ancora Case Vacanze, Camping e B&B per un soggiorno che soddisfi le esigenze di un ampio pubblico di turisti.

Grotta del Cavallo

In questa grotta situata nei pressi della baia di Uluzzo e a 15 metri sopra il livello del mare, sono stati rinvenuti dei reperti risalenti addirittura all’uomo di Neanderthal.
Si caratterizza sia per l’entrata dalla forma arrotondata, sia per le sue dimensioni ridotte (si parla di un’altezza pari a 2,5 m e di 5 m di larghezza), le quali sono state causate dallo scorrimento dei corsi d’acqua sotterranei.

Grotta Riparo Marcello Zei

La Grotta Riparo Marcello Zei è il deposito preistorico più datato della zona, in quanto ha un’età che si aggira intorno ai 110.000 anni.
Per raggiungerla serve però un’elevata preparazione atletica, in quanto il percorso è alquanto faticoso e difficile da percorrere.

Grotta delle Corvine

Ubicata nella Cala di Uluzzu, la Grotta delle Corvine è quella più estesa dell’intera costa salentina: il suo ingresso sotterraneo è infatti largo 8 m e alto 4, mentre la sua profondità massima raggiunge i 22 m.

Ha inoltre una forma a botte e nella parte centrale potrai ammirare una grande vastità di colate calcitiche e stalattiti.

È il luogo perfetto se sei amante delle immersioni subacquee, visto che esplorerai dei fondali ricchi di numerose biodiversità.

Museo della Preistoria di Nardò

Il Museo della Preistoria di Nardò ospita tutti i reperti archeologici ritrovati all’interno delle grotte sopra menzionate, grazie ai quali potrai effettuare un vero e proprio viaggio nel passato.

L’esposizione è suddivisa nelle seguenti quattro sezioni: nella prima vengono esposti i resti fossili di pesci e tartarughe risalenti al Cretaceo, nella seconda dei calchi di crani appartenenti alle prime specie umani, nella terza reperti del Paleolitico, mentre nell’ultima quelli di provenienza neolitica, basti pensare non solo alla flora e alla fauna, ma anche a utensili e ceramiche.